La gastronomia messicana è lo specchio della cultura del paese e delle sue tradizioni. Ogni piatto racconta la propria storia attraverso i suoi ingredienti e i suoi sapori. La Cochinita Pibil è uno di questi: un vero tesoro della cucina dello Yucatán.

Cos’è che rende così speciale la Cochinita? Innanzitutto il metodo di preparazione. Il termine pib si riferisce a una tecnica preispanica che prevede di avvolgere i piatti con foglie di banana e cuocerli sottoterra. Anche il pollo mucib, pasto tipico del giorno dei morti, veniva originariamente cucinato in questo modo.

La Cochinita, come del resto lo stesso Messico, è un melting pot che unisce l'influenza di culture diverse per dare origine a un piatto unico. La versione che conosciamo noi oggi, a base di maiale, è nata con l’arrivo dei coloni spagnoli. In precedenza i Maya cuocevano sotto terra la carne di cinghiale, cervo o fagiano marinata con achiote (una pianta la cui pasta di semi rossi è usata come aroma o colorante). Quando gli europei arrivarono in America portarono i suini e li usarono in sostituzione delle carni locali e così nacque la nuova ricetta. Altrettanto importante fu l’introduzione dell’arancia acida che venne utilizzata per marinare la carne nelle salse di peperoncino habanero e per condire la cipolla viola. Fu Bernal Díaz del Castillo, uno dei conquistadores, a notare la semina di questo frutto a Tabasco. Fu sorpreso di vedere che l'arancia si adattava al clima e quindi fece popolare di alberi l’intero sud-est del paese.

Nonostante l'introduzione di nuovi sapori, ad esempio le spezie arrivate dall’est (come la cannella, il pepe, l’aglio e i chiodi di garofano) gli ingredienti regionali come le foglie di banana, il mais, l’achiote continuano a essere utilizzati. Insomma, il giusto mix che solleticherà le vostre papille gustative. Provare per credere!